venerdì 29 gennaio 2010

IL BOLLINO “COSCIENZA BIOLOGICA”

Il bollino blu e giallo che certifica un prodotto “biologico” ci rasserena, ci tranquillizza, ci coccola. Ci dice che qualcuno ha pensato alla nostra salute, che siamo fuori pericolo, così ci sentiamo deresponsabilizzati e assolti per le offese che procuriamo “incosciamente” all’ambiente. Ma attenzione, il concetto “biologico” del bollino giallo e blu non è universale come ci piacerebbe che fosse, ma limitato a norme precise e a situazioni specifiche e non ci tutela per il futuro. La normativa dell’Agricoltura Biologica e quindi dell’Olio Biologico è descritta dal Regolamento CEE n. 2092/91 e dal Regolamento CEE 834/07. In breve le Aziende non devono usare prodotti chimici di sintesi, le concimazioni devono essere fatte con prodotti organici animali e il diserbo con mezzi meccanici (trattori) o fisici (a mano). La lotta ai parassiti va fatta solo con prodotti naturali descritti nell’allegato II parte B del Regolamento sopra (poltiglia bordolese, trappole meccaniche, microrganismi per lotta biologica). Per la conversione di un terreno a coltura biologica occorre attendere 3 anni senza che lo stesso sia stato più trattato con prodotti non consentiti, (come se così facendo, dopo 3 anni, il terreno potesse riacquistare la verginità iniziale). La molitura del olive biologiche va fatta in frantoi accreditati, la linea di imbottigliamento  del biologico deve essere separata dall’altro olio e i suoi contenitori  devono essere ben contraddistinti. Inoltre Organismi riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole dovranno certificare l’origine delle olive e tutte le fasi di produzione e commercializzazione. Tutto bene verrebbe da dire, si certo ma  anche tutto inutile. Inutile perché l’ Ulivo, quando è preda di attacchi biologici indesiderati (oidio, occhio di pavone, fumaggine) e di attacchi chimici, (piogge acide,  acqua di irrigazione con ph anomalo), provvede da solo ad auto-purificarsi magari perdendo foglie e frutti o attivando la partenogenesi con formazione di frutti deformati e minuscoli che non arrivano all’allegagione. Ma inutile soprattutto perché quel pezzo di terra ritenuto “biologico”, per esserlo totalmente, dovrebbe essere stato protetto, verso il cielo, con una cappa di vetro dai venti che trasportano gli inquinanti e, nel sottosuolo, con una cappa di acciaio per isolarlo e proteggerlo dalla micro irrigazione. Spiego meglio: ogni anno tutte le anguille del mondo si riuniscono nel Mar dei Sargassi per procreare e quando dico tutte includo anche quelle del Naviglio di Milano o dei canali di irrigazione del Sichuan, perché il richiamo amoroso è universale e fortissimo e non fa distinzione tra anguille milanesi o cinesi. Ora dove passano le anguille passano anche gli inquinanti chimici. Questa riflessione ci fa capire quanto inutile sia attuare il regolamento CEE 2092/91 se poi tutti noi non attuiamo in noi stessi il concetto di tutela biologica e non smettiamo di demandare ad altri la salute del nostro ambiente. Il bollino che certifica l’ “olio biologico” va benissimo, ma dobbiamo pensare anche ad un altro bollino, più intimo, più etico e molto più utile, quello che certifichi la “coscienza biologica” di ciascuno di noi, quel bollino sarà l’unica chance per non trasformare definitivamente la Terra nel Secchio dell’Immondizia.
Gino Celletti

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