Il bollino blu e giallo che certifica un prodotto “biologico” ci rasserena, ci tranquillizza, ci coccola. Ci dice che qualcuno ha pensato alla nostra salute, che siamo fuori pericolo, così ci sentiamo deresponsabilizzati e assolti per le offese che procuriamo “incosciamente” all’ambiente. Ma attenzione, il concetto “biologico” del bollino giallo e blu non è universale come ci piacerebbe che fosse, ma limitato a norme precise e a situazioni specifiche e non ci tutela per il futuro. La normativa dell’Agricoltura Biologica e quindi dell’Olio Biologico è descritta dal Regolamento CEE n. 2092/91 e dal Regolamento CEE 834/07. In breve le Aziende non devono usare prodotti chimici di sintesi, le concimazioni devono essere fatte con prodotti organici animali e il diserbo con mezzi meccanici (trattori) o fisici (a mano). La lotta ai parassiti va fatta solo con prodotti
naturali descritti nell’allegato II parte B del Regolamento sopra
(poltiglia bordolese, trappole meccaniche, microrganismi per lotta
biologica). Per la conversione
di un terreno a coltura biologica occorre attendere 3 anni senza che lo
stesso sia stato più trattato con prodotti non consentiti, (come se
così facendo, dopo 3 anni, il terreno potesse riacquistare la verginità
iniziale). La molitura del olive biologiche va fatta in frantoi accreditati, la linea di imbottigliamento del biologico deve essere separata dall’altro olio e i suoi contenitori devono essere ben contraddistinti. Inoltre Organismi riconosciuti
dal Ministero delle Politiche Agricole dovranno certificare l’origine
delle olive e tutte le fasi di produzione e commercializzazione. Tutto
bene verrebbe da dire, si certo ma anche
tutto inutile. Inutile perché l’ Ulivo, quando è preda di attacchi
biologici indesiderati (oidio, occhio di pavone, fumaggine) e di
attacchi chimici, (piogge acide, acqua
di irrigazione con ph anomalo), provvede da solo ad auto-purificarsi
magari perdendo foglie e frutti o attivando la partenogenesi con
formazione di frutti deformati e minuscoli che non arrivano
all’allegagione. Ma inutile soprattutto perché quel pezzo di terra
ritenuto “biologico”, per esserlo totalmente, dovrebbe essere stato
protetto, verso il cielo, con una cappa di vetro dai venti che
trasportano gli inquinanti e, nel sottosuolo, con una cappa di acciaio
per isolarlo e proteggerlo dalla micro irrigazione. Spiego meglio: ogni
anno tutte le anguille del mondo si riuniscono nel Mar dei Sargassi per
procreare e quando dico tutte includo anche quelle del Naviglio di
Milano o dei canali di irrigazione del Sichuan, perché il richiamo
amoroso è universale e fortissimo e non fa distinzione tra anguille
milanesi o cinesi. Ora dove passano le anguille passano anche gli
inquinanti chimici. Questa riflessione ci fa capire quanto inutile sia
attuare il regolamento CEE 2092/91 se poi tutti noi non attuiamo in noi
stessi il concetto di tutela biologica e non smettiamo di demandare ad
altri la salute del nostro ambiente. Il bollino che certifica l’ “olio
biologico” va benissimo, ma dobbiamo pensare anche ad un altro bollino,
più intimo, più etico e molto più utile, quello che certifichi la
“coscienza biologica” di ciascuno di noi, quel bollino sarà l’unica
chance per non trasformare definitivamente la Terra nel Secchio
dell’Immondizia.
Gino Celletti
Gino Celletti
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