mercoledì 11 gennaio 2012

MERAVIGLIA ! UN’ACCADEMIA DELL’OLIO IN TRENTINO ?

Sapevamo tutti che la Gente Trentina fosse  laboriosa, geniale, determinata e sapevamo che quando ci si mette, punta sempre alla qualità in ogni settore. Lo sapevamo per i suoi vini profumanti, i traminer aromatici e i muller thurgau che ti avvolgono e ti inebriano con i loro profumi di mela, pesca, banana, biancospino e  per i pinot neri che sanno di ciliegia e di rosa;  lo sapevamo per aver visitato le sue cantine con i pavimenti luci a specchio, che ti accecano insieme al riflesso degli acciai dei fermentini; lo sapevamo per essere stati nei suoi alberghi o nei suoi agriturismi sempre pieni di fiori e di cortesia, ma l’Olio? Che c’enta l’olio in Trentino?  Una terra così nordica, freddina con montagne a picco giuste per gli scalatori, senza le dolci colline della Toscana o dell’Umbria ? Ma l’olio è roba da “terroni”, da “centroni”, da “isolani” e poi farci anche un’Accademia ! Ma via questa è una esibizione esagerata di chi ha già tutto e che vuole invadere campi non suoi.Tutte considerazioni che sento fare quando propongo agli amici e clienti un olio trentino e che sono  seguite da  meraviglia stupore e elogi sconcertati. E allora forse bisogna rimettere le cose a posto, anzi riverniciare nostre informazioni vecchie con tinte aggiornate. In Trentino l’Olea Europaea c’è sempre stata e se proprio dobbiamo trovare un estraneo questa era la Vitiis Vinifera. L’olivo è arrivato li con i Bizantini quando si chiamava Olea Sativa e li si è sottozonato in cultivar tipiche ed introvabili in altre zone d’Italia e del Mondo. Cultivar come Casaliva, Compostar Favarol, Raza, Trepp sono tipiche dell’Alto Garda Trentino.  La vite negli anni cinquanta ha preso il sopravvento sull’ulivo ed anche il suo spazio fisico sui gradoni. Il mercato dei vini aromatici giunti da noi con le importazioni francesi, tirava e i coltivatori espiantavano l’ulivo per sostituirlo con la vite. Oggi siamo in una fase opposta. L’olio prodotto con quelle cultivar uniche è eccelso, e si vende benissimo ai turisti nordici e non solo perché è “credibile”, fatto con la stesa mentalità qualitativa dei vini che in Trentino passa sempre prima dalla cultura per giungere nelle bottiglie siano esse di vino che di olio. Tipico stile della Gente Trentina. L’ACCADEMIA DELL’OLIO E DELLOLIVO DELL’ALTO GARDA TRENTINO è quindi un prodotto della strategia culturale del luogo. Se dobbiamo fare bene ci vuole chi studia, chi insegna, chi controlla, chi consiglia le modifiche e per questo è stata fondata l’Accademia. Il suo Presidente, l’ing. Mario Morandini viene di importanti esperienze imprenditoriali, come pure chi lo affianca, l’ing Stefano Bonamico e da qui si capisce che “ l’affare olio trentino” non viene trattato in modo amatoriale, bensi viene gestito con cura aziendale che programma le strategie, le mosse, i prodotti, comunica i suoi vantaggi, definisce il suo posizionamento nel mercato e concorda i prezzi. Tutto fondato sulla qualità. Molti degli Accademici sono Assaggiatori Ufficiali del MiPAF, perché occorre sapere tutto sul come si fa e come deve essere l’olio delle olive;  non hanno lesinato sui costi per dotarsi di frantoi modernissimi, e così producono oli eccellenti che si affermano regolarmente nei concorsi internazionali. La ciliegina sulla torta è il bellissimo accordo tra produttori e Autorità locali, dove il sindaco Dr  Paolo Mattei e gli assessori, Renato Veronesi al Turismo, e Roberto Bresciani alla Cultura, collaborano strettamente tra loro in una armonia costruttiva da copiare. Forse la vera meraviglia non è l’Accademia ma  il vedere che qui, delineato un progetto, tutti gli “attori” vi partecipano per “fare”, mentre altrove ci hanno abituati a vedere l’esatto contrario.
Dr Gino Celletti

Nessun commento:

Posta un commento