Sapevamo tutti che la Gente Trentina fosse laboriosa,
geniale, determinata e sapevamo che quando ci si mette, punta sempre
alla qualità in ogni settore. Lo sapevamo per i suoi vini profumanti, i
traminer aromatici e i muller thurgau che ti avvolgono e ti inebriano
con i loro profumi di mela, pesca, banana, biancospino e per i pinot neri che sanno di ciliegia e di rosa; lo sapevamo per aver visitato le sue cantine con i pavimenti luci a specchio, che ti accecano insieme al riflesso degli acciai dei fermentini; lo sapevamo per essere stati nei suoi alberghi o nei suoi agriturismi sempre pieni di fiori e di cortesia, ma l’Olio? Che c’enta l’olio in Trentino? Una terra così nordica, freddina con montagne a picco giuste per gli scalatori, senza le dolci colline della Toscana o dell’Umbria ? Ma l’olio è roba da “terroni”, da “centroni”, da “isolani” e poi farci anche un’Accademia ! Ma via questa è una esibizione esagerata di chi ha già tutto e che vuole invadere campi non suoi.Tutte considerazioni che sento fare quando propongo agli amici e clienti un olio trentino e che sono seguite da meraviglia
stupore e elogi sconcertati. E allora forse bisogna rimettere le cose a
posto, anzi riverniciare nostre informazioni vecchie con tinte
aggiornate. In Trentino
l’Olea Europaea c’è sempre stata e se proprio dobbiamo trovare un
estraneo questa era la Vitiis Vinifera. L’olivo è arrivato li con i
Bizantini quando si chiamava Olea Sativa e li si è sottozonato in
cultivar tipiche ed introvabili in altre zone d’Italia e del Mondo.
Cultivar come Casaliva, Compostar Favarol, Raza, Trepp sono tipiche
dell’Alto Garda Trentino. La vite
negli anni cinquanta ha preso il sopravvento sull’ulivo ed anche il suo
spazio fisico sui gradoni. Il mercato dei vini aromatici giunti da noi
con le importazioni francesi, tirava e i coltivatori espiantavano
l’ulivo per sostituirlo con la vite. Oggi siamo in una fase opposta.
L’olio prodotto con quelle cultivar uniche è eccelso, e si vende
benissimo ai turisti nordici e non solo perché è “credibile”, fatto con
la stesa mentalità qualitativa dei vini che in Trentino passa sempre
prima dalla cultura per giungere nelle bottiglie siano esse di vino che
di olio. Tipico stile della Gente Trentina. L’ACCADEMIA DELL’OLIO
E DELLOLIVO DELL’ALTO GARDA TRENTINO è quindi un prodotto della
strategia culturale del luogo. Se dobbiamo fare bene ci vuole chi
studia, chi insegna, chi controlla, chi consiglia le modifiche e per
questo è stata fondata l’Accademia. Il suo Presidente, l’ing. Mario
Morandini viene di importanti esperienze imprenditoriali, come pure chi
lo affianca, l’ing Stefano Bonamico e da qui si capisce che “ l’affare
olio trentino” non viene trattato in modo amatoriale, bensi viene
gestito con cura aziendale che programma le strategie, le mosse, i
prodotti, comunica i suoi vantaggi, definisce il suo posizionamento nel
mercato e concorda i prezzi. Tutto fondato sulla qualità.
Molti degli Accademici sono Assaggiatori Ufficiali del MiPAF, perché
occorre sapere tutto sul come si fa e come deve essere l’olio delle
olive; non hanno lesinato sui
costi per dotarsi di frantoi modernissimi, e così producono oli
eccellenti che si affermano regolarmente nei concorsi internazionali. La
ciliegina sulla torta è il bellissimo accordo tra produttori e Autorità
locali, dove il sindaco Dr Paolo
Mattei e gli assessori, Renato Veronesi al Turismo, e Roberto Bresciani
alla Cultura, collaborano strettamente tra loro in una armonia
costruttiva da copiare. Forse la vera meraviglia non è l’Accademia ma il
vedere che qui, delineato un progetto, tutti gli “attori” vi
partecipano per “fare”, mentre altrove ci hanno abituati a vedere
l’esatto contrario.
Dr Gino Celletti
Dr Gino Celletti
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