Ogni tanto abbandoniamoci alla bellezze della Natura
Che spettacolo !
martedì 31 gennaio 2012
sabato 21 gennaio 2012
Adesso sappiamo a chi dava fastidio il CE 61/2011
Silvia Lazzari dice che questo articolo da la colpa ai Produttori che
non sanno fare i conti se vendono olio a € 15,oo al litro.
Cara Silvia ma c'è di peggio, secondo me. Adesso sappiamo chi non voleva che si ponesse un limite agli ALCHILESTERI (75mg/kg o 150mg/kg se EAEAG : MEAGA= 1:3) negli oliacci con riscaldo e avvinato fatti con le olive ammmassate delle colture superintensive di 2000 piante /ha.
Quando leggi che quest'oliaccio " Può essere soggetto a contestazioni, specie per quanto riguarda la presenza di difetti organolettici, ma raramente i panel sono concordi, il che rende inefficace l'eventuale vertenza giudiziaria", capisci anche che si è pensato a come difendersi in tribunale.
Niente da dire, solo da fare.
Arrestarli tutti... ma poi li mandono agli arresti domiciliari con Schettino ?!
Cara Silvia ma c'è di peggio, secondo me. Adesso sappiamo chi non voleva che si ponesse un limite agli ALCHILESTERI (75mg/kg o 150mg/kg se EAEAG : MEAGA= 1:3) negli oliacci con riscaldo e avvinato fatti con le olive ammmassate delle colture superintensive di 2000 piante /ha.
Quando leggi che quest'oliaccio " Può essere soggetto a contestazioni, specie per quanto riguarda la presenza di difetti organolettici, ma raramente i panel sono concordi, il che rende inefficace l'eventuale vertenza giudiziaria", capisci anche che si è pensato a come difendersi in tribunale.
Niente da dire, solo da fare.
Arrestarli tutti... ma poi li mandono agli arresti domiciliari con Schettino ?!
Dr Gino Celletti
martedì 17 gennaio 2012
I buyers vanno a scuola di olio... ma solo negli USA però
Tanto di cappello agli Americani
Così si fa il mercato che premia la qualità
Così si fa il mercato che premia la qualità
E non lo potevamo fare anche noi in Italia, magari prima degli altri, visto che ce la tiriamo tanto ?
Ecco come è andata;
Food Industry Pros Attend Napa Valley Seminar on Olive Oil Quality
… benissimo !
150 buyer che hanno pagato $ 295,oo per sentire chi sa, imparare ad assaggiare, confrontarsi con realtà diverse.
Ma dobbiamo sempre prendere lezioni dagli altri anche sulle nostre cose, su quelle per cui la Natura ci ha super dotato ?
Ma i nostri buyer vanno a scuola come gli americani ?
Ma si che ci vanno a scuola, solo che prendono la strada sbagliata.
Vanno a scuola presso le aziende da cui poi comprano l'olio e ci vanno "free", mica pagando come fanno gli Americani per avere l'informazione vera.
Voglio provare a fare una scuola anch'io con informazioni vere; magari mi sono sbagliato e faccio il pieno.
Dr Gino Celletti

Ecco come è andata;
Food Industry Pros Attend Napa Valley Seminar on Olive Oil Quality
… benissimo !
150 buyer che hanno pagato $ 295,oo per sentire chi sa, imparare ad assaggiare, confrontarsi con realtà diverse.
Ma dobbiamo sempre prendere lezioni dagli altri anche sulle nostre cose, su quelle per cui la Natura ci ha super dotato ?
Ma i nostri buyer vanno a scuola come gli americani ?
Ma si che ci vanno a scuola, solo che prendono la strada sbagliata.
Vanno a scuola presso le aziende da cui poi comprano l'olio e ci vanno "free", mica pagando come fanno gli Americani per avere l'informazione vera.
Voglio provare a fare una scuola anch'io con informazioni vere; magari mi sono sbagliato e faccio il pieno.
Dr Gino Celletti
mercoledì 11 gennaio 2012
MERAVIGLIA ! UN’ACCADEMIA DELL’OLIO IN TRENTINO ?
Sapevamo tutti che la Gente Trentina fosse laboriosa,
geniale, determinata e sapevamo che quando ci si mette, punta sempre
alla qualità in ogni settore. Lo sapevamo per i suoi vini profumanti, i
traminer aromatici e i muller thurgau che ti avvolgono e ti inebriano
con i loro profumi di mela, pesca, banana, biancospino e per i pinot neri che sanno di ciliegia e di rosa; lo sapevamo per aver visitato le sue cantine con i pavimenti luci a specchio, che ti accecano insieme al riflesso degli acciai dei fermentini; lo sapevamo per essere stati nei suoi alberghi o nei suoi agriturismi sempre pieni di fiori e di cortesia, ma l’Olio? Che c’enta l’olio in Trentino? Una terra così nordica, freddina con montagne a picco giuste per gli scalatori, senza le dolci colline della Toscana o dell’Umbria ? Ma l’olio è roba da “terroni”, da “centroni”, da “isolani” e poi farci anche un’Accademia ! Ma via questa è una esibizione esagerata di chi ha già tutto e che vuole invadere campi non suoi.Tutte considerazioni che sento fare quando propongo agli amici e clienti un olio trentino e che sono seguite da meraviglia
stupore e elogi sconcertati. E allora forse bisogna rimettere le cose a
posto, anzi riverniciare nostre informazioni vecchie con tinte
aggiornate. In Trentino
l’Olea Europaea c’è sempre stata e se proprio dobbiamo trovare un
estraneo questa era la Vitiis Vinifera. L’olivo è arrivato li con i
Bizantini quando si chiamava Olea Sativa e li si è sottozonato in
cultivar tipiche ed introvabili in altre zone d’Italia e del Mondo.
Cultivar come Casaliva, Compostar Favarol, Raza, Trepp sono tipiche
dell’Alto Garda Trentino. La vite
negli anni cinquanta ha preso il sopravvento sull’ulivo ed anche il suo
spazio fisico sui gradoni. Il mercato dei vini aromatici giunti da noi
con le importazioni francesi, tirava e i coltivatori espiantavano
l’ulivo per sostituirlo con la vite. Oggi siamo in una fase opposta.
L’olio prodotto con quelle cultivar uniche è eccelso, e si vende
benissimo ai turisti nordici e non solo perché è “credibile”, fatto con
la stesa mentalità qualitativa dei vini che in Trentino passa sempre
prima dalla cultura per giungere nelle bottiglie siano esse di vino che
di olio. Tipico stile della Gente Trentina. L’ACCADEMIA DELL’OLIO
E DELLOLIVO DELL’ALTO GARDA TRENTINO è quindi un prodotto della
strategia culturale del luogo. Se dobbiamo fare bene ci vuole chi
studia, chi insegna, chi controlla, chi consiglia le modifiche e per
questo è stata fondata l’Accademia. Il suo Presidente, l’ing. Mario
Morandini viene di importanti esperienze imprenditoriali, come pure chi
lo affianca, l’ing Stefano Bonamico e da qui si capisce che “ l’affare
olio trentino” non viene trattato in modo amatoriale, bensi viene
gestito con cura aziendale che programma le strategie, le mosse, i
prodotti, comunica i suoi vantaggi, definisce il suo posizionamento nel
mercato e concorda i prezzi. Tutto fondato sulla qualità.
Molti degli Accademici sono Assaggiatori Ufficiali del MiPAF, perché
occorre sapere tutto sul come si fa e come deve essere l’olio delle
olive; non hanno lesinato sui
costi per dotarsi di frantoi modernissimi, e così producono oli
eccellenti che si affermano regolarmente nei concorsi internazionali. La
ciliegina sulla torta è il bellissimo accordo tra produttori e Autorità
locali, dove il sindaco Dr Paolo
Mattei e gli assessori, Renato Veronesi al Turismo, e Roberto Bresciani
alla Cultura, collaborano strettamente tra loro in una armonia
costruttiva da copiare. Forse la vera meraviglia non è l’Accademia ma il
vedere che qui, delineato un progetto, tutti gli “attori” vi
partecipano per “fare”, mentre altrove ci hanno abituati a vedere
l’esatto contrario.
Dr Gino Celletti
Dr Gino Celletti
sabato 7 gennaio 2012
CARO PRODUTTORE ITALIANO QUANDO TI SVEGLI ?
Una cara amica, Silvia Lazzari che lavora nell’olio, in Grecia, mi chiede via Facebook http://www.facebook.com/gino.celletti1/posts/143362359111279 cosa penso delle recenti vicende apparse su
- La Repubblica http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/inchiesta-italiana/2011/12/22/news/agromafia_la_truffa_dell_olio-27042671/
- Teatro Naturale http://www.teatronaturale.it/strettamente-tecnico/l-arca-olearia/12489-allarme-italia-si-vuole-affossare-il-comparto-olio-di-oliva.htm
Ecco cosa penso e per rispondere prenderò a modello “IF” di Kipling.
Caro Produttore di Olio Italiano di Qualità.
Se continui a dare la colpa agli altri perchè fanno e tu no.
Se continui a fare come hai sempre fatto per paura ci cambiare.
Se continui a pensare che tu sei il più bravo e gli altri fanno solo robaccia.
Se continui a pensare che il tuo olio è italiano e quindi si vende da solo.
Se continui a pensare che è non sei tu a dover investire per te stesso ma altri per tuo conto (associazioni, consorzi ecc.).
Se continui a chiedere agli altri di suonare la tua tromba e non tu stesso.
Se continui a pensare che il mondo deve venire da te e non tu da lui …
Allora clicca i links sotto e forse capirai che ti devi dare una mossa e che il marketing è prezioso e ci devi spendere qualche euro fino a che ne hai.
QUi http://www.ciaprochef.com/oliveoil/sponsors..html in California, la Spagna sponsorizza un Corso per insegnare ai Buyer della Grande Distribuzione Organizzata (GDO)
- cosa sia l’olio delle olive.
- come si sceglie.
- come si scoprono i difetti.
- come si compra.
- come si vende.
- come si abbina magari ?
Tu Produttore di Olio di Qualità Italiano hai mai chiesto ad un ESPERTO di spiegare per te tutto questo?
Tu Produttore di Olio di Qualità Italiano lo sai che grandi aziende italiane di Olio “da paesi comunitari e non comunitari” fanno regolarmente queste attività sui BUYER della GDO Italiana e estera ?
Non lo sapevi ? Se sei piccolo e da solo non ce la fai, accordati con i tuoi omologhi, smetti di guardarli in cagnesco e sposa il detto “l’unione fa la forza”.
Guarda questi link
Qui http://www.oliveoilfromspain.com/OOFS/home/home.asp il sito di OliveoilfromSpain cioè il sito che dice al mondo cosa che olio può avere dalla Spagna. Lascio a te ogni commento se avrai la pazienza di visitartelo tutto.
Qui http://www.oliveoilfromspain.com/OOFS/events/calendar.asp il calendario delle attività promozionali che la Spagna fa in America. Da paura, tanti sono gli appuntamenti e la saturazione dei luoghi ! Niente è lasciato al caso e soprattutto niente è lasciato agli altri.
Qui http://www.oliveoilfromspain.com/OOFS/events/PastPromotions.asp il coinvolgimento dei ristoranti e degli chef spagnoli nel preparare piatti per gli Americani. Da noi se un ristoratore chiede 6 bottiglie per una cena si va nel panico, quel ristoratore è un approfittatore. E se dovesse chiedere parcella e spese viaggio per fare una cena in Texas, la forca ?
e qui la mazzata finale http://www.oliveoiltimes.com/olive-oil-business/europe/made-in-italy-olive-oil-investigations/23505?utm_source=Olive+Oil+Times&utm_campaign=4fa8d09ccf-OOR_212_16_2010&utm_medium=email oltre ai dubbi che ora anche la della Cina ha su i nostri oli, dubbi ovviamente alimentati ad arte, c’è il sig. Rafael Civantos della COAG dell’Unione degli Agricoltori di Spagna che dice “l’Italia spaccia olio di oliva spagnolo come proprio, perché "le sue cifre sulla produzione di olio d'oliva, sui consumi e sulle importazioni non tornano". Chi ha coraggio di replicare ?
Ecco cosa penso ed ecco sotto la mia soluzione.
Devi cominciare ad investire sulla CULTURA perché non hai scampo se investi solo su:
- prezzi
- nuovi mercati.
Qualcuno farà i prezzi più bassi dei tuoi o ti raggiungerà nel nuovo mercato, se non c’è già arrivato prima di te. Investi sulle figure che fanno CULTURA ITALIANA DELL’OLIO ma che siano AUTOREVOLI e soprattutto INDIPENDENTI,
COPIA la Spagna, che usa i suoi Assaggiatori, i suoi Chef ed i suoi Ristoratori per promuovere il suo olio
La guerra si vince a tavola, non al supermercato.
Gino Celletti
- La Repubblica http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/inchiesta-italiana/2011/12/22/news/agromafia_la_truffa_dell_olio-27042671/
- Teatro Naturale http://www.teatronaturale.it/strettamente-tecnico/l-arca-olearia/12489-allarme-italia-si-vuole-affossare-il-comparto-olio-di-oliva.htm
Ecco cosa penso e per rispondere prenderò a modello “IF” di Kipling.
Caro Produttore di Olio Italiano di Qualità.
Se continui a dare la colpa agli altri perchè fanno e tu no.
Se continui a fare come hai sempre fatto per paura ci cambiare.
Se continui a pensare che tu sei il più bravo e gli altri fanno solo robaccia.
Se continui a pensare che il tuo olio è italiano e quindi si vende da solo.
Se continui a pensare che è non sei tu a dover investire per te stesso ma altri per tuo conto (associazioni, consorzi ecc.).
Se continui a chiedere agli altri di suonare la tua tromba e non tu stesso.
Se continui a pensare che il mondo deve venire da te e non tu da lui …
Allora clicca i links sotto e forse capirai che ti devi dare una mossa e che il marketing è prezioso e ci devi spendere qualche euro fino a che ne hai.
QUi http://www.ciaprochef.com/oliveoil/sponsors..html in California, la Spagna sponsorizza un Corso per insegnare ai Buyer della Grande Distribuzione Organizzata (GDO)
- cosa sia l’olio delle olive.
- come si sceglie.
- come si scoprono i difetti.
- come si compra.
- come si vende.
- come si abbina magari ?
Tu Produttore di Olio di Qualità Italiano hai mai chiesto ad un ESPERTO di spiegare per te tutto questo?
Tu Produttore di Olio di Qualità Italiano lo sai che grandi aziende italiane di Olio “da paesi comunitari e non comunitari” fanno regolarmente queste attività sui BUYER della GDO Italiana e estera ?
Non lo sapevi ? Se sei piccolo e da solo non ce la fai, accordati con i tuoi omologhi, smetti di guardarli in cagnesco e sposa il detto “l’unione fa la forza”.
Guarda questi link
Qui http://www.oliveoilfromspain.com/OOFS/home/home.asp il sito di OliveoilfromSpain cioè il sito che dice al mondo cosa che olio può avere dalla Spagna. Lascio a te ogni commento se avrai la pazienza di visitartelo tutto.
Qui http://www.oliveoilfromspain.com/OOFS/events/calendar.asp il calendario delle attività promozionali che la Spagna fa in America. Da paura, tanti sono gli appuntamenti e la saturazione dei luoghi ! Niente è lasciato al caso e soprattutto niente è lasciato agli altri.
Qui http://www.oliveoilfromspain.com/OOFS/events/PastPromotions.asp il coinvolgimento dei ristoranti e degli chef spagnoli nel preparare piatti per gli Americani. Da noi se un ristoratore chiede 6 bottiglie per una cena si va nel panico, quel ristoratore è un approfittatore. E se dovesse chiedere parcella e spese viaggio per fare una cena in Texas, la forca ?
e qui la mazzata finale http://www.oliveoiltimes.com/olive-oil-business/europe/made-in-italy-olive-oil-investigations/23505?utm_source=Olive+Oil+Times&utm_campaign=4fa8d09ccf-OOR_212_16_2010&utm_medium=email oltre ai dubbi che ora anche la della Cina ha su i nostri oli, dubbi ovviamente alimentati ad arte, c’è il sig. Rafael Civantos della COAG dell’Unione degli Agricoltori di Spagna che dice “l’Italia spaccia olio di oliva spagnolo come proprio, perché "le sue cifre sulla produzione di olio d'oliva, sui consumi e sulle importazioni non tornano". Chi ha coraggio di replicare ?
Ecco cosa penso ed ecco sotto la mia soluzione.
Devi cominciare ad investire sulla CULTURA perché non hai scampo se investi solo su:
- prezzi
- nuovi mercati.
Qualcuno farà i prezzi più bassi dei tuoi o ti raggiungerà nel nuovo mercato, se non c’è già arrivato prima di te. Investi sulle figure che fanno CULTURA ITALIANA DELL’OLIO ma che siano AUTOREVOLI e soprattutto INDIPENDENTI,
COPIA la Spagna, che usa i suoi Assaggiatori, i suoi Chef ed i suoi Ristoratori per promuovere il suo olio
La guerra si vince a tavola, non al supermercato.
Gino Celletti
martedì 29 novembre 2011
UMBRIA: OLIVI ARGENTATI ED ECOLOGICI
Se percorrete in un giorno di vento la SS75, da Assisi direzione Spoleto, e guardate il Monte Subasio, scorre alla vostra sinistra, potete ammirare onde successive che lo spettinano e lo ripettinano, con meches d’argento che lo percorrono da destra a sinistra e viceversa, intervallate altre verde cupo.Questi colori argentei sono l’effetto della rifrazione della luce che i peli della parte inferiore delle foglie dell’olivo fanno quando sono colpiti dai raggi luminosi molti inclinati, come appunto nelle giornate nuvolose. La superficie inferiore è, per intenderci, quella dove si trovano gli stomi, quei passaggi che regolano lo scambio gassoso delle foglie con l’esterno, la fase in cui di produce la clorofilla (sintesi clorofilliana) e quella dove si elimina anidride carbonica.La forma di questi peli è simile ad un ombrello rovesciato, senza telo, che a seconda dell’umidità si accorcia o si allunga, proporzionalmente ad essa.È comprensibile adesso capire come mai si sviluppa questa rifrazione luminosa, così caratteristica e tipica degli olivi umbri. La luce, sbattendo contro questi innumerevoli peletti, viene riflessa e rifratta altrove, cioè modifica la sua lunghezza d’onda che intercettata dal nostro occhio viene percepita come colore diverso dal verde originale della foglia. Alcuni studiosi dell’Istituto di Biometeorologia del Cnr di Bologna assegnano poi a questi peli della parte inferiore della foglia d’ulivo anche una sorta si funzione ecologica, in quanto sarebbero capaci di trattenere le polveri sottili, quelle che ogni tanto ci fanno andare in bicicletta.Sembra
infatti che per questo motivo si voglia suggerire l’ulivo come pianta
ornamentale da città, perché capace di catturare più polveri sottili di
quanto altre piante già poste in loco possano fare.Personalmente
mi auguro che questo utilizzo dell’Olea Europaea cada nell’oblio e che
resti solo un altro pregio inutilizzato di questa pianta. Non so proprio
immaginare viali di olivi nel centro di Milano, posto che resistano a
questo ambiente nordico. Si io ne ho qui qualche pianta e ho anche visto
invaiare le olive ma è pur sempre un vivere in cattività.Corre
l’obbligo a questo punto di citare le cultivar che affollano i monti
umbri. Il totale delle cultivar in Umbria è 44 (vedi per i dettagli www.monocultivaroliveoil.com), il 50 % di essi è della cultivar MORAIOLO, con punte del 80% nel comprensorio DOP Colli Assisi Spoleto, segue il FRANTOIO con
il 20%, il LECCINO con il 10% e altre varietà come RAJO, DOLCE AGOGIA,
S.FELICE (o DRITTA), ASCOLANA TENERA per il rimanente 20%.Sono
cultivar decisamente autoctone, con caratteristiche peculiari, che
forniscono oli diversi per profumo e gusto, con aromi che vanno dalla
mandorla tostata, al carciofo, alla lattuga, amari o dolcissimi per
essere abbinati a secondo del piatto
Umbria, una regione oleicola che stupisce sempre.
Gino Celletti
Umbria, una regione oleicola che stupisce sempre.
Gino Celletti
mercoledì 9 novembre 2011
PIACERE O SALUTE ?
Quante volte ci troviamo di fronte a questo dilemma ?Oscar Wilde diceva che le cose che piacciono o sono immorali, o sono illegali o fanno ingrassare.Sull’immoralità e l’illegalità passo e lascio alla morale personale ogni responsabilità, ma sull’ingrassare voglio dire la mia. La dietetica moderna ormai ci ha spiegato chiaramente che oggi dobbiamo assumere “obbligatoriamente” il 15 % di grassi, insieme alle proteine (la bistecca) e ai carboidrati (pasta, pane pizza e verdure). Se questa regola viene infranta, il nostro corpo provvede a smontare e usare i grassi depositati, e se questi sono scarsi, perché oggi il modello è quello delle veline e dei calciatori, il nostro organismo metabolizza quello che trova a portata di mano, cioè proteine e carboidrati. Questo non va bene perché così si formano corpi chetonici e ureici che sono elementi pericolosi di dismetabolismo. Un esempio è l’acetone di neonati. E allora i grassi vanno assunti giornalmente e in quella percentuale. Se mangio 1 kg di cibo, 150 grammi devono essere grassi. E qui sta il punto ! Visto che siamo “condannati“ ad assumere grassi, facciamolo per il piacere e per la salute. Il piacere di un olio perfetto che abbia profumi di pomodoro, mandorla fresca, carciofo, che sia piccantino e amarognolo, è unico ed inimitabile. Quel verso di intingere il pane croccante e fare la scarpetta, o il “pucio” come dicono a Milano, è la via al piacere assoluto, all’estasi di un momento ancestrale, antico e futuro, improbabile con qualsiasi altro cibo. Fare poi un pinzimonio di verdure fresche con più oli monocultivar, dal più dolce per la lattuga ed il cetriolo al più amaro per il radicchio o il cardo, non solo è una piacere sommo e l’espressione di cultura elevata, ma è anche la sintesi della perfetta alimentazione, dal punto di vista dietetico. I contenuti salutistici delle verdure fresche non devo certo riassumerli io, a me tocca evidenziare il contenuto in polifenoli di un olio perfetto, la sua carica di sostanze antiossidanti che rallentano l’invecchiamento cellulare, questo si tocca e me evidenziarlo, ma occorre olio perfetto, profumato piccante di suo e se anche amarognolo è meglio. Arriva Natale: regalate l’olio delle olive e fatelo senza guardare al prezzo. Nell’olio delle olive la qualità si valuta come per i diamanti, più carati più il prezzo è alto.I
tempi cambiano e allora cambiamo il nostro atteggiamento quotidiano e
lo stile di evidenziare la nostra cultura: piacere e salute possono
andare a braccetto con un perfetto olio monocultivar.
Facciamoli incontrare sulla nostra tavola.
Gino Celletti
Facciamoli incontrare sulla nostra tavola.
Gino Celletti
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